Il Benessere Equo e Sostenibile: nuova frontiera degli studi territoriali
Il Benessere Equo e Sostenibile (BES) è una delle possibili risposte alla domanda: “Come può essere misurato in estrema sintesi il benessere di cui gode una determinata popolazione?”. Questo è il quesito che dovrebbe porsi prioritariamente chi governa un territorio, o ambisce a farlo.
La misurazione del benessere è la necessaria premessa alla misurazione dell’efficacia delle iniziative poste in essere per il suo miglioramento. (Approfondimento: Rapporto BES 2015, ultimo pubblicato, in attesa di quello relativo al 2016 che sarà presentato a dicembre del corrente anno).
In altre parole, per comprendere se una idea di miglioramento della “qualità della vita” in un ambito territoriale è efficace, si può misurare il benessere prima e dopo l’attuazione di una specifica iniziativa. Se a parità di criteri di misurazione si ottengono risultati migliori, allora la strategia adottata può essere considerata efficace.
Per decenni, la misura del benessere è stata basata sul Prodotto Interno Lordo (PIL), risultato a lungo efficace.
Tuttavia, recentemente, il PIL ha mostrato segnali di inadeguatezza, in quanto risulta eccessivamente correlato a fenomeni di natura prettamente monetaria, nella convinzione che la ricchezza di una persona possa coincidere con la quantità di denaro posseduta.
Allargare l’ambito di misurazione, e includere aspetti non propriamente monetari, ha portato gli studiosi a generare negli anni indicatori differenti.
Un caso curioso è quello dello stato del Bhutan, in cui da anni viene calcolata la Felicità Interna Lorda, FIL, in inglese Gross National Happiness, GNH), che contiene anche misuratori impliciti o espliciti della felicità dei propri cittadini.